La collina

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E’ passato tanto tempo ormai da quando sei partita.
Chissà se sai quanto mi manchi, se porti ancora il profumo che ti ho regalato, se parli ancora tanto al telefono, come allora. Lo odiavo, lo sai, quel telefono, odiavo te quando parlavi con tutti, con le tue amiche, con i tuoi pazienti, tutti meno che con me.
Già con me non aprivi bocca, perché’ io staccavo il telefono e ti imbavagliavo, non volevo che parlassi, gridassi, volevo vedere i tuoi occhi lucidi e bagnati di lacrime. Lo so che godevi, te lo leggevo in faccia, nei tratti del viso distesi, nei capelli arruffati, nella bocca gonfia.
Quando ti toglievo il bavaglio non riuscivi quasi a respirare e mi dicevi solo: “ancora!”
E ora dove sei? Impazzisco senza di te, ti vedo ovunque, in ogni donna, in ogni luogo.
E quando credo di scorgerti, l’emozione scoppia dentro di me come una mina.
Sai dove sono ora? Sto percorrendo la strada delle villette, quella panoramica che tu amavi tanto, dove ci fermavamo a godere di noi e della notte.
Anche ora e’ notte, sai? E io sono qui e godo guardandoti abbandonata davanti a me, riversa su un fianco, coperta solo di una coltre trasparente, con i capelli sciolti, sparsi su un cuscino di piume, un braccio sotto la testa, l’altro allungato a disegnare la curva della vita e del fianco, la mano aperta appoggiata leggera sulla coscia carnosa.
Quanto sei bella!
Quanto ti vorrei adesso!
Sembra che mi chiami, che implori di avermi, i tuoi occhi mi parlano, luminosi come i lampioni delle strade attorno alle villette, sbattono di desiderio.
So cosa provi ora. Provi dolore fisico per il bisogno di avermi, di urlare mentre io stringo più forte, di affondare i tuoi denti nella carne e lasciare la saliva sulla mia pelle.
Ecco che allunghi la tua mano verso di me e mi trascini fino a che non ti copro, fino a che il tuo corpo non diventa il mio.
Apro gli occhi e ascolto il mio respiro affannoso.
Sono solo, in macchina, e’ notte fonda e di fronte a me quella collina allungata, piena di luci, fremente e vogliosa come una femmina, davanti alla quale tante volte abbiamo fatto l’amore.
Rimetto in moto e torno a casa dove tu non sei.
Chissà dove ti trovi ora; chissà se questa notte hai sentito che ti ho amato.

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