Dietro lo steccato

Ci sono libri facili da recensire e libri che, invece, ci provo e ci riprovo e poi decido che è più facile scrivere un nuovo romanzo.

Sono quei libri in cui mi trovo coinvolta, incatenata da mille tentacoli e non so come uscirne, perché l’unico desiderio che ho è scrivere la recensione più bella mai scritta, quella in cui ogni parola deve essere perfetta, messa al posto giusto. L’unica parola possibile.

Quando ho iniziato a leggere Dietro lo steccato mi sono ritrovata di fronte al diario di Irene. Ho letto poche pagine, mi sono fermata, l’ho chiuso. Ho respirato e ho sentito dolore.

Confesso, non ho mai amato i romanzi scritti sotto forma di diario; non mi sono mai chiesta perché, ma forse questa volta l’ho capito. Nei miei primi …anta anni, ho scritto pagine e pagine di vita mia personale, di anima, di un vissuto che a volte vorresti cancellare persino dai ricordi. E ritrovarmi nella vita di un’altra donna, dove strade e percorsi erano emozionalmente simili ai miei vi assicuro che non è stato facile.

Mentre attraverso Dietro lo steccato assorbo le sue vibrazioni, le faccio mie e viaggio di fianco a Irene, zaino in spalla lontano dal suo mondo.

Poi torno, perché anche lei torna ed è solo dolore, rabbia; sono domande senza risposte, incredulità e ribellione.

Irene ha un unico scopo ormai: capire e ripartire. Tornare da dove è venuta, riempire assenza con vita e sostituire dolore con amore per gli altri.

C’è un sentimento di fondo che permane durante tutta la lettura del romanzo: l’amore che ha legato Irene a Vittorio è un salto nel vuoto. Un volo senza paracadute da mille metri di altezza. Un’apertura totale all’altro senza protezioni per l’anima. È l’amore oltre l’amore, per usare una frase dell’autrice. È non essere più di se stessa ma legare la propria vita a quella dell’altro. Perfetto, se tutto andasse come nelle favole. Pericoloso, nella vita vera, perché l’amore è libertà, lasciare l’altro libero di amarci ma di vivere per se stesso.

Ho iniziato la recensione due volte, così come ho iniziato due volte la lettura di Dietro lo steccato. I libri vanno letti con l’anima e con l’anima vanno recensiti.

Sarò sincera e trasparente come lo sono nella vita: sono di parte in questa recensione fino al midollo. L’autrice è una creatura che io amo. Sono poche le persone che travolgono la mia anima come Ilaria ha fatto con me, nella vita di tutti i giorni e con il suo piccolo capolavoro di narrativa.

Se leggete Dietro lo steccato fatelo ad anima aperta, senza inibizioni, lasciatevi trascinare dalle parole, silenziate il mondo, staccate il cellulare, la radio, i figli, la vita. Fermatevi e state lì. Ad assorbirne ogni respiro.

Una pepita della narrativa italiana.

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