L’ora del tè; chiacchierando in salotto con Piero De Fazio

Un ospite insolito per L’ora del tè. Uno scrittore, certo. Ma un po’ sui generis.
Piero De Fazio è un personaggio molto singolare: riservato ma a tratti socievole, aperto quando vuole e chiuso molto spesso, generoso ed altruista per vocazione.
Sto scherzando sulla caricatura di questo scrittore perché, come potrete notare dalla nostra chiacchierata, da adesso in poi non ci sarà nulla di serio ma sarà tutto estremamente serio.
Vi prego di leggere fuori e dentro le righe.
Di non azionare la razionalità ma di essere tutto fuorché irrazionali.
Siete pronti?
Dopo questa doverosa premessa diamo il benvenuto a Piero De Fazio, il bravissimo autore di Zanne, L’eredità del cane, pubblicato nella collana Oscura di Antonio Tombolini Editore, curata da Massimo Padua.
Un avvertimento! Tenetevi forte alla sedia, però, perché ci sarà da ballare.

Pier1Piero, è un piacere ospitarti nel mio salotto, come stai? Prima di iniziare a parlare di te, dei tuoi libri e della tua passione per la scrittura, ti chiedo cosa posso offrirti. Tè, caffè, cioccolata?
Tè, caffè, cioccolata? Non sono mica malato! Una birra va benissimo, magari scura. Grazie.

Se sei pronto e comodo diamo il via alle danze! Che ne pensi?
Sono nato pronto! Come afferma Kurt Russell, in “Grosso guaio a Chinatown”. Quindi cosa stiamo aspettando?

A che età hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere in occasione dell’esame di quinta elementare, praticamente l’anno scorso.

Quali sono, se ne hai, le tue manie quando scrivi?
Di solito indosso una vestaglia di seta indiana, le luci devono essere soffuse, l’aria impregnata di essenza al bergamotto, poi mi occorrono una tazza di tè “Green Royal Special Edition” alla temperatura di settantaquattro gradi centigradi e un paio di biscotti al burro, fatti a mano da una signora che abita a Dublino. Indispensabili sono il mio portatile da battaglia e il sottofondo di Cartoonito e di mio figlio che uccide draghi immaginari.

Il luogo in cui preferisci ambientare le tue storie?
Il luogo non conta, no, mi confondo, quelle sono le dimensioni!

Il libro più bello che hai letto?
Ovviamente il tuo, anche se non l’ho ancora letto!

Il luogo più strano in cui scrivi?
Mi piace scrivere mentre mi riposo durante le ascensioni himalayane, al riparo della mia tenda sospesa sull’abisso. In mancanza il mio angolo preferito è il tavolo della cucina.

Piero, eccoci qua! Inizio subito con una curiosità. Visto che hai fatto riferimento alla scuola vorrei chiederti come erano i tuoi rapporti con la letteratura, i romanzi e i grandi autori ai tempi del liceo e dell’università e quali erano i tuoi generi preferiti? Inoltre vorrei anche che ci raccontassi quando hai capito che oltre a leggere ti piaceva anche scrivere. Sei stato colpito dalla frenesia creativa oppure hai ricevuto un colpo in testa e ti sei ritrovato autore senza neanche capire come? Ma giusto per la nostra serenità, hai superato l’esame di quinta, vero?
Well, come dicono gli anglofoni, i miei rapporti con la letteratura ai tempi della scuola erano ottimi. Sono stato l’autore di una raccolta di sonetti vagamente erotici dedicati a Cinzia della terza C e di un carme ispiratomi da Marisa, ripetente della quarta B, tutti incisi sul banco durante le ore di lezione. La mia attività letteraria mi è costata una settimana di sospensione. Da questo episodio premonitore avrei dovuto capire che l’arte è incompresa, specie nei suoi accenti più profondi e sinceri. In compenso Cinzia si è fidanzata con il capitano della squadretta di calcio locale e Marisa, dopo una breve relazione con il bidello, ha preso i voti ed abbracciato la vita monastica.
Ricordo che all’epoca noi maschi prediligevamo tutti lo stesso genere letterario: i fumetti che Luciano trafugava al padre, camionista con una spiccata preferenza per le storie che non lasciavano spazio all’immaginazione.
Da ragazzo ho iniziato a praticare pugilato. Volevo diventare professionista. Una sera, durante un match particolarmente impegnativo, mentre riverso al tappeto sentivo l’arbitro contare, ho avuto una specie di illuminazione e mi son detto: non sarà il caso di rivederlo, questo progetto di fare il professionista? Così ho pensato a qualcosa che mi piacesse altrettanto, ma fosse meno doloroso. Ho iniziato a scrivere; da allora ho molti meno lividi, ma in una cosa mi sbagliavo: scrivere non fa meno male che ricevere un pugno.

Pier2Spero tu non indossassi una vestaglia di seta indiana mentre tiravi di pugilato e che questa abbia causato la tua rovinosa caduta sul ring. Se così fosse sono davvero grata a quella vestaglia per averti restituito a noi come scrittore. Senza quella botta in testa forse oggi avresti un naso rotto in più ed un libro pubblicato in meno. E noi una storia in meno da leggere.
Parliamo di lettura, ti va? Poi ci dedicheremo anche a Zanne.
Il rapporto fra lo scrittore e la lettura è un sodalizio estatico che tocca corde sensibili e ricettive. Voglio dire che spesso l’autore legge per nutrire quella piccola fiammella creativa che brucia dentro di lui, da qualche parte, più o meno nascosta o più o meno visibile. È impossibile prescindere dalla lettura, non credi? Quanto ho appena affermato vale anche per l’autore Piero De Fazio? Quali sono i tuoi generi letterari preferiti come lettore? Sei onnivoro o prediligi gli stessi generi di cui sei anche scrittore? Noir, fantasy, thriller…
Ti ringrazio per la domanda. Leggo soprattutto la domenica mattina, quando i ragazzi delle consegne mi lasciano depliant pubblicitari nella cassetta delle lettere. Ecco, allora indosso la mia vestaglia di seta e mi sdraio sul divano in compagnia di offerte speciali e confezioni famiglia super scontate.
Poi, se proprio devo, leggo saggi storici e romanzi di ogni genere. Apprezzo in modo particolare autori come Dino Buzzati, Stephen King, William Gibson, Valerio Evangelisti, per citarne alcuni, e possiedo ogni cosa scritta da Stefano Benni.

Anche il top di paillettes che indossi oggi non è niente male. Poi, a fine intervista, ti chiedo l’indirizzo del negozio dove lo hai comprato.
Torniamo a noi. Ti faccio una domanda a bruciapelo.
«Vivono nel mondo reale e nello stesso tempo nel mondo di cui stanno scrivendo».
Ovviamente ci riferiamo agli scrittori.
Vorrei il tuo parere su questa frase e sapere quanto ti rappresenta.
Nessun mondo è reale. E non sono reali neppure le paillettes che indosso, così come io non sono Piero De Fazio, bensì il postino: quindi signora questa raccomandata l’accetta oppure no? Ecco, brava firmi qui, in calce al modulo di ricevuta.

Pier3Mi dica, dove devo firmare? Qui?
La busta cosa contiene? Un libro?
Ah, ma è Zanne, L’eredità del cane di Piero De Fazio. Mi perdoni, devo salutarla, ora devo parlare con l’autore.

Eccomi Piero, scusa sono tornata, era il postino che mi ha consegnato il tuo libro. Che dici, vogliamo parlare di Zanne? Niente spoiler però, d’accordo? Non raccontiamo che l’ispettore De Falco non è proprio quello che sembra e che appare fin dalle prime pagine come un personaggio molto particolare. Inquietante è la parola giusta?
Vorrei che ci raccontassi come è nata l’idea e qualche curiosità sulla stesura del romanzo, se ce ne sono… E poi, quanto di vero c’è nella storia!
Che razza di domanda! È tutto vero! Non c’è nulla di inventato nella storia, mi sembra evidente!
Visto che ho cominciato a rispondere all’ultima parte del quesito, adesso mi sono incartato e non so più come rispondere alla prima, bella figura per uno scrittore! Comunque abbozzo una difesa abborracciata, come facevo sul ring, e provo a dire qualcosa di sensato. Il filo conduttore di Zanne e il suo impianto narrativo di base sono incentrati sul tema della giustizia, che quando è negata spinge a invocare la vendetta. Curiosità sulla stesura del romanzo non ce ne sono, a parte il fatto che durante le sessioni di scrittura ho avuto improvvise e inspiegabili voglie di carne al sangue, molto al sangue. Come sono andato?
Bene Piero, stai andando molto bene!
Desideri un’altra birra o posso farti l’ultima domanda?
Sono una lettrice curiosa e soprattutto una scrittrice invidiosa. Se so che un autore sta scrivendo, mi metto subito in moto per scoprire a cosa stia lavorando e soprattutto mi fa venire voglia di scrivere.
Sono troppo invadente se ti chiedo se hai qualcosa in cantiere?
Inoltre dimmi, hai mai pensato di cambiare genere e scrivere un romanzo rosa?
Ancora sei o sette birre e posso scrivere qualunque cosa!
Comunque sì, ho in cantiere parecchi progetti: una raccolta di racconti che spaziano dalla fantascienza all’horror, passando per hard boiled e thriller, con l’aggiunta di una spruzzata di fantasy; poi ho alcuni thriller già pronti, in attesa di revisione, e per finire ti stupirò dicendoti che rinchiuso nel cassetto conservo anche un romanzo rosa, che forse vedrà la luce, se troverò un editore tanto pazzo da pubblicarlo.

Anche per oggi abbiamo finito. E’ un peccato che questa ora sia trascorsa così velocemente; ringrazio di cuore Piero per avermi fatto compagnia e per la sua simpatica amicizia e rinnovo l’invito ad una nuova esilarante chiacchierata per la presentazione del suo romanzo rosa.
Un ultimo appello ai miei lettori. Zanne, L’eredità del cane di Piero De Fazio è un grande libro, sentiremo parlare ancora di questo autore che non ha nulla da invidiare ai famosi scrittori di thriller e noir. Quindi che aspettate? Compratelo, leggetelo e fateci sapere cosa ne pensate.
A presto per il prossimo numero de L’ora del tè.

 

 

 

2 risposte a “L’ora del tè; chiacchierando in salotto con Piero De Fazio”

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