Ti raggiungo in Pakistan

Dopo cinque anni dall’inizio della stesura, finalmente sta per essere pubblicato il libro che tutti conoscono come Anna.
L’attesa è finita!
Presto, molto presto, avrete la possibilità di incrociare la vostra vita con quella della protagonista di questo romanzo che non è solo una storia d’amore ma contiene sogni, passione, speranza e voglia di ricominciare a vivere quando anche l’ultimo filo di felicità sembrava perduto.

Vi lascio con un estratto, tratto dalla fine del primo capitolo di Ti raggiungo in Pakistan e con la bellissima copertina (opera di Carlo Alberto Civolani). Un ringraziamento particolare va a Carla Casazza per l’aiuto, il sostegno, la collaborazione e per il meraviglioso lavoro di editing e produzione svolto.

Roberto siede sul dondolo vicino a Lucia. Quinto continua la sua opera di cura dell’orto mentre Andrea, stanco di giocare con il pallone, lo raggiunge, siede vicino a lui e osserva le mani dell’uomo mentre strappano le piante indesiderate e zappano la terra. «Con quelle mani ha arato il mondo» dice sempre Lucia. I calli e i duroni sono talmente tanti e vicini che il palmo non ha più ondulazioni. È un tutt’uno dal polso ai polpastrelli.
«Anna non poteva trovare una dimora migliore di questa. Sono felice che viva qui assieme a voi».
«La felicità è nostra. Grazie a questo teppistello siamo ringiovaniti di almeno vent’anni».
Roberto stringe la mano di Lucia.
Quella donna e suo marito sono stati mandati da Dio, in uno dei momenti più difficili della loro vita. L’uomo non riesce a ripensare a quel periodo senza provare una stretta dolorosa in mezzo al torace. Il giorno in cui Anna lasciò Villa Amati per sempre è un ricordo che a fatica sparirà dalla sua anima.

 

 

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