La memoria del corpo

Non scrivo mai una recensione subito dopo aver terminato la lettura di un libro, ho bisogno di lasciare sedimentare le parole, raccoglierle con calma, organizzarle. Spegnere per qualche giorno l’emozione della lettura, aiuta a mettere in ordine i pensieri, a fare spazio alla storia.

Elsa e Sebastiano: sono questi i nomi che vi resteranno nella pancia per giorni e giorni, vi trascineranno nella loro vita e vi costringeranno a restare incollati a loro, sillaba dopo sillaba.

La storia di Elsa e Sebastiano non si dimentica, è forte, intensa, a tratti difficile da leggere. Per questo motivo mi costringe all’urgenza di fare uscire dalla mia pancia queste poche righe, il quadro improvvisato della mia esperienza di lettrice.

Con un andamento che alterna il racconto in terza persona ai ricordi che Elsa ha raccolto in un diario, Carlo Deffenu descrive la vita dei personaggi e ne cattura le gesta in un romanzo che è un grande libro.

La prima cosa da cui sono stata colpita è la forza dei personaggi, la loro credibilità: sono forti, deboli, determinati, insicuri, sono come te li aspetti, reali. Ho creduto di vederli entrare nella stanza, ascoltarli raccontare, poterli toccare, tanto sono veri. Ti affezioni, vorresti che le pagine non finissero mai e che ci fosse un dopo, un ancora o un diverso finale. Incuriosita dal loro carattere e dal loro temperamento, mi sono chiesta dove l’autore possa aver trovato l’ispirazione per crearli così perfetti, se abbia preso spunto nella vita di tutti i giorni o siano il puro frutto della sua fantasia.

La storia non te l’aspetti. Lo capisci dalle prime due pagine che sarà un viaggio difficile, un cammino che non immagini dove ti condurrà; lo scoprirai solo negli ultimi capitoli. Questa recensione non conterrà spoiler per due motivi. Primo: odio le recensioni che svelano la storia; secondo: per una richiesta esplicita dell’autore, che rispetto pienamente, questa esposizione non aggiungerà nulla rispetto alla quarta di copertina. Possiamo solo dire che è una storia forte, che coinvolge i personaggi e il lettore che vive con loro un cammino fatto di principi morali solidi, di dolore intenso e di voglia di riscatto. Sempre, fino alla fine, ho percepito questa voglia, anche nei momenti più bui. Anche dietro una porta chiusa per sempre.

Non sono entrata subito nella narrazione, ho avuto bisogno di qualche pagina per immedesimarmi, per amalgamarmi alla penna di Carlo Deffenu. I libri non vanno letti tutti allo stesso modo, ognuno ha una chiave di lettura diversa, capìta la quale poi le parole scorrono veloci e leggere. La prima cosa che mi ha sorpresa, nello stile dell’autore, è stato l’Io narrante femminile. Carlo Deffenu è stato capace di scrivere attraverso le parole, i pensieri, i ricordi, l’anima di una donna: a mio avviso questa, in narrativa, è una delle cose più difficili da attuare. La seconda cosa che mi ha colpita è stata la scorrevolezza, la facilità di lettura, il bisogno di saperne ancora e ancora, di Elsa e Sebastiano.

La memoria del corpo è un libro che tratta temi sociali importanti di cui parliamo a fatica, davanti ai quali spesso ci si gira dall’altra parte. Grazie a Carlo Deffenu per averci donato questo meraviglioso libro che consiglio di leggere perché è una di quelle storie che non si staccano dall’anima neanche dopo la parola FINE.

Alla mia bocca cucita aggiungo solo una cosa che spero l’autore mi perdoni. La memoria del corpo l’abbiamo tutti, è quel moto, quel palpito, quello strazio di dolore legato a una vicenda vissuta e che lascia segni indelebili, riconoscibili, come un tatuaggio sulla pelle. Incancellabile.

Titolo: La memoria del corpo
Autore: Carlo Deffenu
Editore: AlterEgo Edizioni
Pagine: 282
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