A scuola di leggerezza…

Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire. Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio. In questa conferenza cercherò di spiegare – a me stesso e a voi – perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto; quali sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza; come situo questo valore nel presente e come lo proietto nel futuro.

(da: Lezioni americane di Italo Calvino)

Un minimo di stile, please…

Il testo che arriva a un editore deve essere il più possibile curato, limato. Farà una migliore impressione, verrà letto più volentieri, e si avrà considerazione per voi. Uno scrittore deve conoscere la materia che utilizza, ossia la lingua e le sue regole. Vi verrebbe in mente di scrivere della musica senza conoscere le note? Credete che Michelangelo abbia dipinto i suoi capolavori senza conoscere i colori o senza sapere che l’intonaco per l’affresco si comporta in modo diverso quando è appena stato steso o dopo qualche ora? Da ragazzo, nella bottega del Ghirlandaio, Michelangelo ha dovuto imparare a macinare e mescolare i colori, molto prima di provare a dipingere. Il genio non basta, per creare un capolavoro, ci vuole anche l’umiltà di imparare la tecnica.

(da:  Manuale minimo di stile, per aspiranti scrittori di Piera Rossotti Pogliano)

Dracula

Non lo avrei mai creduto, se me lo avessero detto avrei pensato, di chiunque, che era un pazzo.

Invece è successo, un amico mi ha prestato il libro e questa sera ho finito di leggere Dracula di Bram Stoker. Dire che mi è piaciuto, è riduttivo.

Un classico, scritto in prima persona, sotto forma di diario dei personaggi, dove si intrecciano sentimenti e emozioni, dove la cosa più importante è l’amicizia e il bene, dove ogni passo è determinante per la vittoria finale contro il male, dove la pietà è sovrana su tutti i sentimenti ed è lei che, assieme all’amore, muove i passi dei personaggi.

Lo consiglio a tutti, perchè è ricco di descrizioni, dialoghi interessanti e carico di sentimento.

Oggi, la mia convinzione che ogni libro vale la pena di essere letto, è ancora più solidificata.

Fra i classici è decisamente uno dei più belli che ho letto.

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Storie di donne selvagge

E’ molto tardi e tutti dormono. Ho finito di preparare le valigie, o quasi. So che dovrei andare a letto, ma non riesco a farlo se prima non vi parlo dell’ultimo libro che ho letto e che ho finito proprio oggi: Storie di donne selvagge di Clarissa Pinkola Estés.

Non è una lettura facile, ma non perché sia difficile, ma perché è una lettura che richiede silenzio interiore, concentrazione ma soprattutto distacco da ciò che è disordine, squilibrio e disarmonia.

Pinkola Estés è una psicologa che parla di femminile al femminile.

“Storie di donne selvagge” è una raccolta di cinque racconti, storie, favole.

Pinkola Estés, autrice di “Donne che corrono con i lupi”, esprime con chiarezza e umanità l’importanza del ruolo dell’anima femminile, ricordando a tutte noi perché siamo come siamo e quanta forza c’è nella pancia di una donna e nella sua passione per la vita.

La Pinkola Estés ci ricorda che “la superficie dell’anima può essere intaccata, scalfita o scottata, ma è destinata a rigenerarsi. La superficie dell’anima ritorna sempre intatta.”

Vorrei riportare un brano che ho sottolineato interamente, che mi ha emozionato e commosso. Lascio parlare lei.

Ascolta mia cara,
non sottovalutare mai la resistenza di una vecchia saggia. La vita può dilaniarla o trattarla ingiustamente, ma lei possiede un’altra anima, un’anima primaria, fulgida e incorruttibile sotto l’anima assediata, un’anima luminosa che rimane sempre intatta. Sotto il soprabito certamente nasconde ali lunghe sei metri, e nella sua grande tasca un’intera foresta ripiegata. Sotto il letto potrebbe tenere pantofole delle sette leghe in lamé dorato. E, attraverso le lenti dei suoi occhiali, vedrà quasi tutto ciò che può essere visto. Il tappetino davanti al fuoco potrebbe davvero spiccare il volo da un momento all’altro. E il suo scialle, una volta aperto, potrebbe adunare i segugi dell’inferno e accendere la più stellata delle notti. Ridacchia solcando le onde dei cieli nella metà di guscio del suo cuore infranto. Le piume sollevate, perché ogni giorno impara l’amore. E’ rapita da qualunque alito di musica. Si prodiga per proteggere l’anima di qualsiasi cosa. Gli uccelli canori le raccontano storie segrete; così ha ‘l’occhio magico’ che vede oltre e dietro il presente. Come la sua controparte umana, molto probabilmente vive sulle rive di un fiume a lei caro… oppure, semplicemente, è lei stessa un fiume.”

A tutte le donne che vogliono conoscere di più sé stesse, che vogliono tuffarsi nell’anima femminile e vivere l’esperienza della rinascita, della crescita, della consapevolezza, consiglio di leggere Clarissa Pinkola Estés. Probabilmente non vi cambierà la vita, ma di certo dopo non sarete più le stesse di prima.

Buona notte a tutte le lettrici!!

(ringrazio una cara amica che mi ha dato la possibilità di conoscere questa splendida autrice attraverso i suoi libri)

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