Consigli di lettura per le vacanze.

Eccomi qua, a tenervi compagnia prima di partire per le vacanze, con alcuni, spero, utili consigli.  Il momento della partenza è sempre speciale: la frenesia del viaggio, il bisogno di staccare la spina, il desiderio di pensare, per qualche settimana, solo ed esclusivamente a noi stessi. Personalmente non amo fare le valigie che, con il passare degli anni, ho imparato a sintetizzare ed ottimizzare: poche cose,  l’indispensabile.

Non abbiate paura, non vi spiegherò come piegare gli abiti o dove mettere le scarpe, ma come lettrice vorrei ricordare a tutti noi che in borsa non possono mancare alcuni importanti compagni di viaggio.

Ecco quelli che vorrei consigliarvi di portare di tutti trovate la recensione sul mio sito):

  1. L’odore del riso del grande scrittore Angelo Ricci, Antonio Tombolini Editore, un noir dalla voce graffiante e dagli insoliti colori. L’odore del riso è il libro dei sensi; pagine che evocano odori, immagini, sensazioni a pelle, sensazioni vissute dall’autore e trasmesse, come un fluido, nell’anima del lettore. Un libro che non si legge in due giorni: pretende attenzione e la merita!  Se vi appassionerete alla scrittura travolgente di Angelo leggete anche Sette sono i re Notte di nebbia in pianura, gli altri due romanzi della trilogia.
  2. Quando guardo verso ovest la racconta di racconti scritta da Massimo Lazzari, Antonio Tombolini Editore, un LP di storie che coinvolgono e vi portano dentro le vicende dei protagonisti e che, mentre leggi, ti fa canticchiare Hotel California o Wish you where here.
  3. Un solo sangue, il capolavoro della bravissima Lea Rivalta, Antonio Tombolini Editore, un romanzo forte, che travolge, fa urlare, sobbalzare, una storia potente che non lascia indifferenti. Un solo sangue è un’esplosione, un groviglio di sentimenti e sensazioni che ti trascinano in una discesa senza fiato da cui emergi solo alla fine e ti accorgi che hai vissuto meno di ventiquattro ore in apnea e con il cuore in gola, fino alla parola FINE. Dalla prima pagina all’ultima è un unico, continuo, lungo respiro.
  4. Il capolavoro di Amanda Melling, Antonio Tombolini Editore, un giallo femminile, ben costruito, solido, che spiazza ad ogni capitolo. Una storia che trascina, incolla il lettore alla protagonista e lo porta dove lei lo conduce.
  5. Volevo solo te della bravissima scrittrice Federica D’Ascani, Damster Editore; mentre leggevo Volevo solo te pensavo ad un aggettivo che potesse descriverne la scrittura e la parola che più facilmente mi saliva alle labbra era rotonda. Rotonda come i seni o le natiche di Flora, come fianchi morbidi e seducenti o come una frase nell’atto di descrivere, accogliere, riempire spazi vuoti ed evocare immagini. Una storia d’amore ed erotismo.
  6. E per ultimo, il romanzo che ancora sbanca della mia top ten: Umbero Dei Biografia non autorizzata di una bicicletta, Ediciclo editoreDifficile scrivere con poche parole un romanzo inestimabile. L’ho letto due volte, in ognuna delle diverse edizioni. Una storia che vorrei non finisse mai. Un libro che non si può non leggere.

Come lettrice mi sento di dare un consiglio: diventate lettori intraprendenti e trasformate, la vostra passione per i libri e le parole, in una fede. Cercatevi le recensioni, indagare sulla genesi delle storie che leggete, conoscete gli autori, curiosate nella loro bibliografia, indagate sulla loro vita di scrittori, leggete i loro blog. Scoprite quanto amore c’è dietro una pagina scritta e quanto sudore è costata. Leggere è un atto di fede.

Per le mie vacanze, quest’anno, ho scelto libri didattici che serviranno a nutrire la storia che inizierò a scrivere in autunno, ma mi porterò anche qualche altro bel romanzo Antonio Tombolini Editore da recensire, di cui vi racconterò a settembre.

Non dimenticate Il Colophon, la rivista letteraria di ATE, con le sue storie e gli articoli interessanti. Il numero di agosto è uscito da poche ore.

Infine ricordiamoci che un libro non è “il libro di carta” o “l’ebook” ma è quello che contiene, è un’esperienza di lettura e di vita.

Non partite senza un libro.

Buone vacanze a tutti e  buona lettura!

Quando guardo verso Ovest

Come fai a non sentire risuonare le note di Hotel California o a canticchiare Wish you where here mentre leggi Quando guardo verso Ovest?

Oppure ti incanti sulle parole di Nothing else matters, non la canzone, ma il racconto di Massimo Lazzari contenuto in Quando guardo verso Ovest. Nasce con note leggere, come il bellissimo brano dei Metallica, e poi esplode dentro.

Quando arrivi a Angie, sei già a un buon punto verso la commozione profonda. Con la voce graffiante di Mick Jagger che risuona dentro l’anima e le parole di Quando guardo verso Ovest che ti riportano nella vita vera.

Se non fosse chiaro a questo punto, Quando guardo verso Ovest è una raccolta di racconti, ognuno legato ad una canzone rock di qualche anno fa. Ogni racconto è una storia a sé e racconta un pezzo di vita o è legato ad un sentimento o desidera in qualche modo scuotere l’animo del lettore.

Credo fosse questa l’intenzione dell’autore, riportare a galla quella parte vera di vita che a volte proviamo a celare, a ricoprire di nullità per evitare di trovarci a contatto con emozioni che fanno male.

Ognuno di noi ha il suo Ovest. Prima o poi, nel corso della vita ne sentirà il richiamo. E allora dovrà fare una scelta: iniziare a camminare, oppure restare a coltivare il campo per il resto della vita. Se parte, sa per certo che non potrà cambiare idea dopo qualche giorno e tornare indietro.

Parole che scuotono, che ci sbattono in faccia le nostre scelte di tutti i giorni.

Ho letto Quando guardo verso Ovest con una strana sensazione dentro, un’inquietudine narrativa che non riuscivo a decifrare fino a quando l’occhio non è caduto sul mio comodino. L’illuminazione!

Ma certo! La scrittura asciutta, in apparenza distaccata, un occhio di bue sulla scena, una cronaca senza troppi dettagli o particolari, un finale che lascia spesso con il fiato sospeso e la palla in mano al lettore…

Quando guardo verso Ovest di Massimo Lazzari mi ha ricordato Carver!

Leggetelo, merita davvero!

Quando guardo verso Ovest è un’antologia di racconti pubblicata nella collana Officina Marziani di Antonio Tombolini Editore.

RIP

RIP è una storia di vita. Di quelle che tutti prima o poi viviamo.

È l’incontro fra la vita e la morte. È la perdita della persona che amiamo, quella importante. In RIP tutti possiamo riconoscerci. Tutti abbiamo vissuto la perdita, il distacco, l’assenza, il bisogno di sedare i sensi di colpa per quello che abbiamo o non abbiamo fatto. E dopo la perdita, il ritrovarsi a gestire una burocrazia insensibile del post-mortem. Anche questo l’abbiamo vissuto tutti.

Luca, il protagonista di RIP, si scontra anche con una serie di vicende sfortunate. Dopo la malattia, l’assistenza costante, le corse in ospedale, deve fare i conti con regolamenti che non gli consentono di assolvere alle ultime volontà del padre defunto: la cremazione e la dispersione delle ceneri.

Nella storia raccontata da Marco Valenti aleggia un senso di inquietudine: non è mai facile accettare la morte, il distacco spezza fili che non sempre siamo pronti a troncare, neanche quando la sofferenza ha invaso tutto lo spazio vitale. Si ritorna col pensiero a quello che è stato, ai momenti vissuti, a ciò che è stato donato, all’amore condiviso.

RIP è la storia della vita dopo la morte, quando tutto ormai è avvenuto e restano i ricordi, le condoglianze dopo il rito funebre, gli sguardi di quelli che non vedevi da tanto e che si sono fatti vivi proprio per l’occasione, i pensieri che tornano a tutto ciò che hai vissuto con lui e per lui.

Un romanzo che tocca le corde dell’anima. Suscita ricordi. Riporta a galla dolori.

RIP, il romanzo di Marco Valenti, è edito da Antonio Tombolini Editore all’interno della Collana Officina Marziani.

Questo cerchio sei tu

Romanzo di Fabio Locurcio, pubblicato da Antonio Tombolini Editore nella collana Officina Marziani.

L’Autrice si girò verso il Personaggio, lo fissò negli occhi con uno sguardo imperturbabile.
«Tu non esisti» disse.
Lui la guardò smarrito.
«Nemmeno io esisto» concluse.

Per un motivo inspiegabile Pietro svanisce nel nulla, durante le riprese di un film, mentre recita una frase del copione che Michela ha scritto.
Michela e il padre di lui lo cercano invano. Solo nel momento in cui capiscono dov’è finito, Michela parte per un viaggio che avrà lo scopo di trovarlo e riportarlo a casa. Ma per farlo Michela dovrà fare i conti con una parte di sé che aveva accantonato; dovrà ripercorrere strade già battute, rivivere il passato che ritorna impertinente, tuffarsi in sogni-incubi che riportano tutto a galla solo se si ha il coraggio di stare lì, a nuotare in un mare di ricordi anche terribili.

Questo cerchio sei tu è un viaggio all’interno di sé stessi che ogni persona dovrebbe fare.
È una scrittura pulita, per nulla scontata, piacevole e sorprendente.
Quando ho letto la sinossi non avevo immaginato nulla del genere; è stato bello aprire, pagina dopo pagina, la mente creativa dell’autore, scoprire il suo orizzonte e osservare tramite i suoi occhi la storia di Michela e Pietro.

Immagini. Questo cerchio sei tu è forte nelle immagini. Fabio Locurcio è molto bravo nell’evocare le sensazioni che provengono dalla natura, dai sentimenti dei personaggi, dal dolore della protagonista e dall’assenza di vita nel tutto.

Una lettura che lascia con il fiato sospeso fino alla fine.

SINOSSI

Michela, giovane regista romana, coinvolge il suo compagno Pietro nelle riprese del suo film. Pietro interpreta il Personaggio, abbandonato in una città vuota, che si ribella alla sua Autrice e decide di scomparire. Mentre stanno girando la scena conclusiva, i due litigano a causa del finale e dopo l’ultimo ciak Pietro sparisce. Quando Michela dice sconvolta a Giovanni, il padre di Pietro, che suo figlio è realmente scomparso dalle immagini, egli elabora una teoria: per ritrovarlo Michela deve ripartire dal proprio mondo interiore, che simbolicamente rappresenta con un cerchio, per modificare il finale della sua storia. Michela inizia così – su suggerimento di Giovanni – a scrivere un diario in cui racconta l’incubo che sta vivendo.
“Questo cerchio sei tu” è un viaggio nell’atto creativo, un percorso alla ricerca del sé, una passeggiata nel mondo interiore e immaginario di Michela.

L’immagine di copertina è di Marta D’Asaro.

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